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Affitto stagionale: verso una dichiarazione dei redditi obbligatoria al fisco nel 2019

Dopo i municipi, ora tocca al fisco imporre nuove regole sugli affitti stagionali. Da gennaio 2019, i redditi generati dagli utenti di piattaforme di affitto turistico come Abritel o Airbnb devono essere dichiarati al fisco, con poche eccezioni.

Obbligo di dichiarazione dei redditi al fisco

Dopo aver stretto il cappio attorno alle strutture ricettive abusive, imponendo ai proprietari la regola obbligatoria dell'iscrizione al comune, le autorità hanno appena deciso di coinvolgere il fisco anche nel business degli affitti stagionali. Dal 2019, qualsiasi proprietario che offre un affitto a breve termine su piattaforme come Airbnb o Abritel, guadagnando in media tra 500 euro e 2 euro, vedrà il proprio reddito dichiarato automaticamente al fisco tramite la stessa piattaforma. Questi saranno poi riportati dalle autorità fiscali nelle dichiarazioni dei redditi precompilate. Né il proprietario né la piattaforma potranno sfuggirgli.

Eccezioni che confermano la regola

Dopo aver analizzato i dettagli di questo nuovo dispositivo nel 2017 e dopo aver incontrato i principali attori del settore, Bercy ha potuto escludere alcuni servizi fiscali. Pertanto, i ricavi derivanti da un servizio di carpooling simile alle offerte di BlaBlaCar non saranno dichiarati in quanto considerati compartecipazione ai costi.

Anche tutti i servizi che non generano una transazione online diretta, come quelli offerti sul sito di annunci Le Bon Coin, sfuggono a questo nuovo sistema, perché vengono effettuati direttamente tra privati.

In conclusione, un privato che affitta il proprio appartamento durante le vacanze estive, senza passare da una piattaforma, può sempre "dimenticarsi" di dichiarare il proprio reddito. Sono interessati solo gli utenti di Airbnb, Abritel, HomeAway, Booking e altre piattaforme.